Consolate il vostro Dio!

Consolate il vostro Dio!

Negli ultimi giorni di vita di Giovanni Paolo II, nel 2005, a Civitavecchia, in casa Gregori, la Madonnina pianse, fino al momento della sua morte. Dal giorno 28 marzo al 2 aprile alle ore 21.37. Lo stesso fenomeno si ripeté l’anno successivo negli stessi giorni.

Non fu la prima Madonnina, fin da dieci anni prima esposta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Parrocchiale, da poco eretta a Santuario Diocesano dal vescovo che l’aveva vista piangere,

Fu la seconda statuina, regalata alla famiglia mentre la prima era sotto sequestro, il 10 aprile del ’95. Era stata benedetta in quell’occasione dal Card. Andrej Deskur, inviato dal Papa alla Veglia di preghiera organizzata dal Vescovo come atto di riparazione al sequestro della Madonnina che aveva pianto.

Il Cardinale, che aveva predicato con toni molto accesi contro l’atto irrispettoso della religione compiuto dalla magistratura, evocando l’epoca della persecuzione comunista vissuta insieme al Santo Papa in Polonia anni prima, aveva benedetto questa seconda statuina in nome del Papa.

Dieci anni dopo, mentre il Papa stava morendo, la statuina versava lagrime di pianto.

Contemporaneamente era anche ricoperta dall’olio che trasuda in moltissime altre occasioni.

Una persona cui ho mandato la foto qui sotto, con questa breve notizia per ricordare queste nuove Lacrime di Maria, con la semplicità di un bambino, mi ha risposto immediatamente:

“Se la Madonnina piange, dobbiamo consolarla. Cosa dobbiamo fare?”

Anche questa mattina il Santo Vangelo ci ha parlato del pianto, il pianto di Gesù sull’amico morto.

“Gesù scoppiò in pianto”.

Come possiamo consolare la Madonnina che piange?

Come possiamo consolare Gesù che piange?

Anche i pastorelli di Fatima avevano visto Gesù sofferente.

Francesco diceva sempre alle altre due: come è triste Nostro Signore!

E passava le giornate davanti al tabernacolo per consolarlo, saltando perfino la scuola. Tanto la Vergine Santa gli aveva detto che sarebbe morto dopo poco.

Ma era stato l’angelo, apparso loro tre volte prima della Vergine Santissima, a insegnare loro a consolare Dio.

In questi giorni ripercorrere quegli avvenimenti è davvero impressionante.

E può diventare anche una scuola per imparare ad affrontare quello che stiamo vivendo secondo la volontà di Dio.

Oltretutto, strana coincidenza, Francisco e Jacinta Marto morirono proprio cento anni fa, di polmonite, nell’epidemia di spagnola.

Ascoltiamo il racconto di Lucia.

Sono tre apparizioni successive:

Prima apparizione, primavera 1916:

“Giocavamo da qualche tempo, ed ecco che un vento forte scuote le piante e ci fa sollevare lo sguardo per vedere che cosa succedeva, perché la giornata era serena.

Allora cominciammo a vedere, a una certa distanza, sugli alberi che si stendevano in direzione dell’oriente, una luce più bianca della neve, con l’aspetto di un giovane trasparente, più splendente di un cristallo attraversato dai raggi del sole.

Man mano che si avvicinava, ne distinguevamo i tratti: un giovane dai 14 ai 15 anni, di una grande bellezza. Eravamo sorpresi e quasi rapiti. Non dicevamo parola. Giunto vicino a noi disse:

«Non abbiate paura. Sono l’Angelo della Pace. Pregate con me».

E inginocchiatosi a terra, curvò la fronte fino a terra.

Spinti da un moto soprannaturale, lo imitammo e ripetemmo le parole che gli udimmo pronunciare:

«Mio Dio! Io credo, adoro, spero e Vi amo. Vi chiedo perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano».

Dopo avere ripetuto questo tre volte, si alzò e disse:

«Pregate così. I Cuori di Gesù e di Maria sono attenti alla voce delle vostre suppliche». E scomparve”.

Seconda apparizione, estate 1916:

I tre bambini giocavano nel cortile della casa di Lucia, quando appare loro l’angelo, che, come lei stessa racconta, dice loro:

“«Che fate? Pregate! Pregate molto! I Cuori santissimi di Gesù e di Maria hanno su di voi disegni di misericordia. Offrite costantemente all’Altissimo preghiere e sacrifici». «Come dobbiamo fare a sacrificarci? », chiesi. «Di tutto quello che potete, offrite a Dio un sacrificio in atto di riparazione per i peccati con cui è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori. Attirate così sulla vostra Patria la pace. Io sono il suo Angelo custode, l’Angelo del Portogallo. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione la sofferenza che il Signore vi manderà».

E scomparve.

Queste parole dell’Angelo si incisero nel nostro spirito, come una luce che ci faceva comprendere

chi era Dio;

come ci amava e voleva essere amato;

il valore del sacrificio, e come gli era gradito;

come, per riguardo a esso, convertiva i peccatori”.

Terza apparizione, autunno 2016:

Lucia racconta cosa avvenne arrivando a un luogo dove erano soliti rifugiarsi, dove l’Angelo era apparso la prima volta:

“Appena vi giungemmo, in ginocchio, con i volti a terra, cominciammo a ripetere la preghiera dell’Angelo: «Mio Dio! Io credo, adoro, spero e vi amo, ecc.».

Non so quante volte avevamo ripetuto questa preghiera, quando vedemmo che su di noi brillava una luce sconosciuta.

Ci alzammo per vedere cosa succedeva, e vedemmo l’Angelo con un calice nella mano sinistra e sospesa su di esso un’Ostia, dalla quale cadevano nel calice alcune gocce di sangue.

Lasciando il calice e l’Ostia sospesi in aria, si prostrò a terra vicino a noi, e ripeté tre volte la preghiera:

«Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente, e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze coi quali Egli stesso è offeso. E per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, vi chiedo la conversione dei poveri peccatori».

«Mangiate e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro delitti e consolate il vostro Dio!».

Di nuovo si prostrò a terra e ripeté con noi altre tre volte la stessa preghiera: «Santissima Trinità ecc.».

E scomparve.

Portati dalla forza del soprannaturale, che ci avvolgeva, imitavamo l’Angelo in tutto, cioè prostrandoci come lui e ripetendo le preghiere che lui diceva.

La forza della presenza di Dio era così intensa, che ci assorbiva e ci annientava quasi completamente”.

Il messaggio è semplice e chiaro:

Riparate i delitti degli uomini ingrati, che oltraggiano orribilmente il Corpo e Sangue di Gesù Cristo, e consolate il vostro Dio!

Come?

Recitando le preghiere che l’Angelo ha insegnato.

Offrendo sacrifici di tutto quello che possiamo.

Ricevendo il Santissimo Sacramento del Corpo e Sangue di Gesù Cristo.

Ricordo qui un fatto altrettanto significativo: i bambini si erano preparati fervorosamente per fare la prima Comunione, ma il parroco aveva ritenuto che fossero ancora troppo piccoli.

Evidentemente il Cielo la pensava diversamente.

Riflettiamo allora: se l’Angelo rimprovera tre bambini innocenti che stanno giocando, poiché non stanno pregando, e li invita con fermezza a una preghiera così intensa e anche dura, anche nella postura, quanto più noi.

I due fratellini più piccoli, di 9 e 11 anni, quando hanno iniziato ad avere la febbre, continuavano a pregare finché cadevano a terra, allora hanno iniziato a fare la stessa preghiera a letto invece che inginocchiati con la fronte a terra, e si dispiacevano di non riuscire a offrire il sacrificio della preghiera fatta come l’Angelo aveva mostrato.

Non credo occorra aggiungere altro.

Francesco d’Erasmo, 28 marzo 2020.

Share on facebook
Facebook
Share on twitter
Twitter
Share on linkedin
LinkedIn