Una cum

Non cessa l’insistenza di alcuni a spingere i fedeli a non ricevere i sacramenti dai sacerdoti che celebrano la Santa Messa nominando nel canone papa Bergoglio con il nome di Francesco.

Essendo che si tratta della quasi totalità dei sacerdoti cattolici, questa pressione spinge i fedeli ad allontanarsi di fatto dai sacramenti.

Si utilizza a questo fine un brano di una Enciclica di Papa Benedetto XVI: Ecclesia de Eucharistia (https://www.vatican.va/holy_father/special_features/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_20030417_ecclesia_eucharistia_it.html)

Una enciclica bellissima e importantissima al momento attuale per combattere molti errori che sono commessi nell’ambito della Chiesa Cattolica.

Il brano manipolato si trova al n. 39:

« Ogni celebrazione dell’Eucaristia è fatta in unione non solo con il proprio Vescovo ma anche con il Papa, con l’Ordine episcopale, con tutto il clero e con l’intero popolo. Ogni valida celebrazione dell’Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro e con l’intera Chiesa, oppure oggettivamente la richiama, come nel caso delle Chiese cristiane separate da Roma ».

La interpretazione che si fa è che il testo vorrebbe dire che solo se si dice il nome del vero Pietro la santa Eucaristia sarebbe validamente consacrata. Partendo poi dal presupposto (che non voglio affrontare in questo momento) che Bergoglio sia un falso papa, si nega la validità della Santa Comunione celebrata in quelle Messe.

Non voglio entrare nella questione della validità o meno del papato di Bergoglio, perché l’errore è indipendente da questo. Ovvero: anche se ci fosse una certezza giuridica (e non solo morale o storica) della invalidità del pontificato di Bergoglio, l’affermazione sarebbe falsa e indurrebbe in errore.

Voglio dimostrare che papa Benedetto, in quel testo, non ha assolutamente voluto affermare quello che gli si vuol mettere in bocca.

Veniamo dunque al testo.

Il testo comprende una nota riferita a un altro documento: Communionis notio (https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_28051992_communionis-notio_it.html), che contiene lo stesso identico testo, ma fa riferimento a un altro testo in nota: Lumen Gentium 69.

Questo testo a sua volta rimanda a due testi: Ecclesiam Dei, di Pio XI, che così si esprime:

“E sotto la guida e col patrocinio di lui, veneriamo con culto speciale il Sacramento dell’Eucaristia, pegno e causa principale dell’unità, quel mistero della fede per la quale quegli Slavi Orientali, che nella separazione dalla Chiesa Romana conservarono gelosamente l’amore e lo zelo, riuscirono ad evitare l’empietà delle peggiori eresie. Da qui è lecito sperare il frutto che la santa madre Chiesa domanda con pia fiducia nella celebrazione di questi augusti misteri, cioè che « Iddio conceda propizio i doni dell’unità e della pace, che misticamente vengono simboleggiati nelle oblazioni fatte all’Altare » [19]. E questa grazia unitamente implorano nel santo Sacrificio della Messa i Latini e gli Orientali: questi « pregando il Signore per l’unità di tutti », quelli col supplicare lo stesso Cristo Signor nostro che « riguardando alla fede della sua Chiesa, si degni di pacificarla e unificarla secondo la sua volontà ». (https://www.vatican.va/content/pius-xi/it/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19231112_ecclesiam-dei.html)

E il testo di Pio XII in Fulgens Corona (https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_08091953_fulgens-corona.html) che cita il medesimo testo.

Ora, i due testi citati fanno riferimento alla fede espressa in Maria dagli orientali, che fa sperare in una possibilità di una loro riunione con la Chiesa Cattolica.

Andateli a leggere se non ci credete, ho messo apposta i link!

Ma il discorso che fa papa Benedetto in realtà sta proprio spiegando che il Sacramento della Santissima Eucaristia celebrato nelle Chiese Orientali non in piena comunione con Roma (che rifiutano di nominare il nome del papa nel canone) è valido!

Il testo di papa Benedetto XVI infatti significa esattamente l’opposto di quello che gli si attribuisce.

Il papa infatti sta affermando che nella Messa Cattolica la celebrazione della Messa esprime la comunione con il papa esplicitamente a parole, mentre nelle Chiese Orientali, pur perdurando la loro divisione, il fatto stesso di celebrare validamente il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, “oggettivamente richiama” la comunione che pur non esprime con le parole.

Significa che nelle chiese non in comunione con Roma, anche se non si esprime direttamente la comunione con Roma attraverso l’espressione “una cum”, proprio nel fatto di celebrare il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia validamente, c’è un richiamo a quella comunione.

Tanto è vero che sia il Catechismo della Chiesa Cattolica che il Codice di Diritto Canonico stabiliscono addirittura la liceità della ricezione dei Sacramenti da parte di membri di Chiese non in comunione in alcuni casi particolari: “Le Chiese Orientali che non sono nella piena comunione con la Chiesa cattolica celebrano l’Eucaristia con grande amore. « Quelle Chiese, quantunque separate, hanno veri sacramenti e soprattutto, in forza della successione apostolica, il sacerdozio e l’Eucaristia, per mezzo dei quali restano ancora unite a noi da strettissimi vincoli »” CCC 1399.

“Can. 844 – §1. I ministri cattolici amministrano lecitamente i sacramenti ai soli fedeli cattolici, i quali parimenti li ricevono lecitamente dai soli ministri cattolici, salve le disposizioni dei §§2, 3 e 4 di questo canone e del can. 861, §2.

§2. Ogniqualvolta una necessità lo esiga o una vera utilità spirituale lo consigli e purché sia evitato il pericolo di errore o di indifferentismo, è lecito ai fedeli, ai quali sia fisicamente o moralmente impossibile accedere al ministro cattolico, ricevere i sacramenti della penitenza, dell’Eucaristia e dell’unzione degli infermi da ministri non cattolici, nella cui Chiesa sono validi i predetti sacramenti.” (Codice di Diritto Canonico 1983)

Pertanto non si può in alcun modo dubitare della validità dei Sacramenti amministrati da un sacerdote cattolico validamente ordinato, basandosi solo sul fatto che questi pronunci o meno il nome del vero papa regnante.

In particolare ricordo che lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica ripropone il contenuto della Fede Cattolica espresso in modo solenne al Concilio di Trento:

1376 Il Concilio di Trento riassume la fede cattolica dichiarando: «Poiché il Cristo, nostro Redentore, ha detto che ciò che offriva sotto la specie del pane era veramente il suo Corpo, nella Chiesa di Dio vi fu sempre la convinzione, e questo santo Concilio lo dichiara ora di nuovo, che con la consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo del Cristo, nostro Signore, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione, quindi, in modo conveniente e appropriato è chiamata dalla santa Chiesa cattolica transustanziazione».

1377 La presenza eucaristica di Cristo ha inizio al momento della consacrazione e continua finché sussistono le specie eucaristiche. Cristo è tutto e integro presente in ciascuna specie e in ciascuna sua parte; perciò la frazione del pane non divide Cristo.“ (CCC)

Ricordo inoltre a coloro che si arrogano l’autorità di dichiarare scomunicati quelli che fanno la comunione “una cum” Francesco, che proprio coloro che negano la transustanziazione sono veramente scomunicati, proprio dai sacri canoni del Concilio di Trento.

E il Concilio di Trento, conforme alla dottrina ininterrotta della Chiesa Cattolica, pone come uniche condizioni di validità della Consacrazione Eucaristica – ossia della reale Transustanziazione della materia del pane e del vino nel Santissimo Sacramento – la presenza della materia valida, del ministro valido, e della formula valida. La “formula” sono solo ed esclusivamente le parole della Consacrazione approvate dalla Chiesa. L’”una cum” non appartiene alla parte consacratoria della Preghiera Eucaristica.

Come peraltro osservato da molti, non esiste solo il Canone Romano della Messa, e in altri canoni riconosciuti validi dalla Santa Chiesa il nome del papa viene pronunciato dopo la consacrazione, ossia dopo la Transustanziazione. Cosa accade dunque? Che il Signore opera la Transustanziazione e dopo la disfa? Ma questo nega esplicitamente e direttamente i canoni di Trento!

Non vi rendete conto dell’inganno?

Se dunque la consacrazione è valida presso le Chiese Orientali, che rifiutano di pronunciare il nome del Papa, come può essere non valida nel caso di pronunciare un nome errato, specialmente da parte di chi in buona fede è convinto che Francesco sia il papa? O anche di chi nutrisse dubbi ma non riuscisse a rispondere adeguatamente con la certezza che non lo sia? Oppure chi sostiene di avere questa certezza ritiene di essere più prudente di tanti che senza risparmiarsi sofferenze lottano per la verità, eppure non ritengono di poter esprimere come certezza giuridicamente vincolante la negazione della validità del papato di Bergoglio?

Nella Santa Chiesa Cattolica ci sono stati periodi anche lunghissimi di sede vacante, dove il papa semplicemente non c’era, e la Santa Eucaristia veniva celebrata validamente.

Altre volte ci sono stati periodi con due o tre papi, che si scomunicavano a vicenda, e la Santa Eucaristia veniva celebrata validamente in tutte le Messe celebrate, indipendentemente dal fatto che il nome pronunciato fosse quello del papa vero o di un antipapa!

In nome di Dio, smettete di ingannare e confondere ancora di più i poveri fedeli, come se la confusione non fosse già sufficiente!

Non tentate i piccoli al male!

Ma voi che affermate di voler difendere la fede di sempre, poi fingete di ignorare che i Sacramenti sono necessari per la Salvezza?

Vergognatevi!

Ma davvero volete la Salvezza delle anime?

Volete davvero combattere la confusione propagata da molti ministri traditori della Chiesa Cattolica?

Combattete dunque con la Verità, non con la menzogna!

Ma la Verità piena, non solo quella che fa comodo al vostro scopo.

Ricordate che questo è peccato contro lo Spirito Santo!

Solo il demonio può spingere i fedeli ad allontanarsi dai sacramenti!

Cari fedeli, cercate dei buoni sacerdoti, delle Sante Messe celebrate nel migliore dei modi, ma non cadete nella trappola del diavolo, che prima spinge i Sacri Ministri al peccato e allo scandalo e poi spinge voi, a causa di quello scandalo, ad abbandonare la Fonte della Salvezza, che sono unicamente i Santissimi Sacramenti! E cerca di farlo proprio attraverso i Sacri Ministri!

Quale abominio!

Se anche i sacerdoti che vi sono accessibili lasciassero a desiderare, quando amministrano i sacramenti ricordate che è Dio stesso che opera la Grazia per mezzo loro, non il ministro!

Se solo sapeste quanto un sacerdote si sente indegno di quello che deve amministrare… Eppure è Gesù che così ha stabilito, e la Sua Volontà è perfetta!

Ma poi, se fosse sufficiente pronunciare il nome di Bergoglio nel Canone della Messa per renderla invalida, perché allora proprio quei ministri traditori si sforzerebbero tanto di spingere la gente a non confessarsi, a fare la Comunione in modalità che non rispettano il Santissimo Sacramento?

Perché starebbero facendo ogni sforzo per ridurre il numero di Messe celebrate e spingere la gente a celebrazioni della parola?

Perché cercherebbero in ogni modo di nascondere i tabernacoli, se dentro ci fosse solo pane?

Perché farebbero di tutto per ridurre le adorazioni eucaristiche?

Perché spingerebbero così tanto i peccatori impenitenti a fare comunioni sacrileghe, se quello fosse solo pane?

Se il Sacramento non ci fosse, a che servirebbe tutto ciò?

Non fatevi ingannare!

Solo la Luce vince le tenebre, solo la Verità vince la menzogna. Una menzogna diversa non corregge la menzogna, ma la rende peggiore.

Invoco su tutti i fedeli, specialmente i piccoli e gli ignoranti, che senza colpa si sentono sempre più confusi, la benedizione potente di Maria, nell’imminenza della festa della Sua Natività. Lei, che schiaccia la testa al serpente, non abbandona mai i piccoli che ricorrono a Lei.

Francesco d’Erasmo, sacerdote cattolico,

Vicario Parrocchiale del Duomo di Tarquinia,

Tarquinia, 6 settembre 2023.

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