Santità e paradiso

In questi giorni ha fatto molto rumore un tweet uscito dall’indirizzo ufficiale del “Santo Padre Papa Francesco” indirizzato a un convegno che ha per tema la santità, in rapporto a come la Santa Chiesa riconosce i santi e ne promuove il culto.

Qui

“La santità non è un programma di sforzi e di rinunce”, si legge nel Tweet.

Nel rito del Santo Battesimo, nella Chiesa Cattolica, prima di battezzare qualcuno, come condizione indispensabile, si chiede a chi deve essere battezzato:

“Rinunci a Satana?

E a tutte le sue opere?

E a tutte le sue seduzioni?”

E il battezzando deve rispondere tre volte:

“RINUNCIO!”

Inoltre la Santa Chiesa Cattolica condanna con anatema chi non tiene come divinamente rivelata la Parola di Dio:

“Se qualcuno non accetterà come sacri e canonici i libri interi della sacra Scrittura, in tutte le loro parti, come li ha accreditati il santo Concilio Tridentino, o negherà che siano divinamente ispirati: sia anatema”. Dei Filius, Concilio Vaticano I.

E, prima, lo stesso testo:

“Essendo qui uniti con Noi, deliberanti, tutti i Vescovi del mondo cattolico, dalla Nostra autorità congregati nello Spirito Santo in questo Concilio Ecumenico, fondandoci sulla parola di Dio, contenuta nella Scrittura e nella Tradizione, come l’abbiamo ricevuta, santamente custodita e genuinamente interpretata dalla Chiesa cattolica, determinamo di professare e dichiarare al cospetto di tutti, da questa Cattedra di Pietro, con la potestà a Noi trasmessa da Dio, la salutare dottrina di Cristo, proscrivendo e condannando gli errori ad essa contrari”.

Nella parola di Dio, ci sono delle parole che spiccano, perché sono quelle di Gesù Cristo stesso, che la Santa Chiesa Cattolica proclama Vero Dio, oltre che Vero Uomo.

Gesù, Vero Dio, ebbe a dire:

“SFORZATEVI di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno” (Lc 13,24).

Se la santità dell’account ufficiale “@Pontifex” non è quella basata sul Battesimo della Chiesa Cattolica, sulla fede proclamata dal Magistero autentico della Chiesa in forma dogmatica, né sulla Parola di Dio, di grazia, ci si risponda:

di che tipo di “santità” state parlando?

Davvero volete far credere agli uomini che la voce del Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica sia quella che contraddice il Supremo Magistero della Chiesa, la Parola di Dio, la Professione di Fede battesimale?

Se non è così, di chi è quella voce?

Purtroppo sono consapevole che difficilmente arriverà una risposta chiara, come siamo stati tristemente abituati negli ultimi anni.

Pertanto, a beneficio della salvezza eterna di chi vuole andare in Cielo, e chiede alla Santa Chiesa Cattolica di compiere la sua missione, di professare la fede ricevuta,  come appunto dichiara la Dei Filius,

ricordo che, al riguardo, Gesù ha anche detto chiaramente: “Nessuno può servire due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire Dio e mammona” (Mt 6, 24).

E addirittura che per essere Suoi discepoli bisogna essere disposti a perdere pefrino la propria vita.

“Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Lc 14, 26).

Il Vangelo di Luca è stato chiamato negli ultimi anni il Vangelo della Misericordia, perciò non si può credere che queste parole siano contraddizioni della Misericordia di Gesù, no?

Rinunciate volentieri al male, in tutte le sue forme, e a qualsiasi cosa vi impedisca di compiere la Volontà di Dio, fosse anche qualcosa di buono, “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!” Ma egli vi risponderà: “Non vi conosco, non so di dove siete!” Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli dichiarerà: “Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità!” (Lc 13, 24-27)

Perché là, a decidere chi è santo, chi entra o no in paradiso, sarà quel Gesù che ha parlato così nel Vangelo, e non l’autore di questo Tweet, chiunque egli sia.

Che gli piaccia o no.

 

Don Francesco d’Erasmo, sacerdote cattolico

 

11 novembre 2022, San Martino Vescovo Confessore

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