Ricatto e responsabilità
Se io faccio una cosa perché sono ricattato, sono responsabile?
In questo momento il ricatto è il pane quotidiano della vita di molti.
Qualche amico mi ha chiesto consiglio, confuso anche dal consiglio di alcuni sacerdoti: se tu una cosa non la vuoi fare, ma la fai solo perché sei ricattato, la colpa non è tua.
Ma è proprio vero?
Anzitutto dobbiamo renderci conto di qualcosa che viene prima ancora della colpa.
Chi si pone questa domanda, evidentemente, se la pone perché quello che viene spinto a fare col ricatto, se fosse libero, non lo farebbe mai. E non lo farebbe perché vede un male dentro quella azione.
Prendiamo il caso di una persona che viene messa sull’orlo di un pozzo, e gli viene detto: se non ti butti ti sparo. Certo, se fosse libero non si butterebbe mai! Quindi è chiaro che la scelta di buttarsi non sia veramente libera. Ma se anche fosse certo di non aver colpa, se davvero si butta, certamente va a finire nel pozzo!
O crede forse che Dio, siccome non era una libera scelta, dovrebbe venire e sollevarlo prima che finisca in acqua?
Alcuni infatti pensano proprio così: io sono costretto, quindi se lo faccio non ho colpa, quindi Dio mi aiuterà.
Ma è vero?
Non dobbiamo fare tanta filosofia per rispondere, la risposta è perfettamente chiara nel Vangelo.
“Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo»” (Mt 4, 5-7).
Io non posso fare una cosa che può avere conseguenze, sperando che Dio dovrebbe intervenire e impedire quelle conseguenze, perché io non lo faccio liberamente. Sto ingannando me stesso.
Se io mi butto nel pozzo, ricatto o non ricatto, cado nel pozzo!
La promessa del salmo citato dal demonio, infatti, si riferisce agli ostacoli posti da altri, non a quelli che io stesso metto in essere. Dio mi protegge dai miei nemici. Ma se sono io che presto la mano ai miei nemici, per farmi del male, la situazione è molto diversa.
Gesù ci dice con chiarezza che sarebbe tentare Dio.
Ma allora devo permettere che l’altro mi faccia il male che mi minaccia?
Non è assolutamente così.
Anzitutto, ricordo come la fede cattolica riconosca pienamente il diritto alla legittima difesa, che nel caso di persone a noi affidate diventa addirittura dovere.
“Ma se io non ho la forza per impedire che quello che mi viene minacciato accada, io divento colpevole di quello che mi verrà fatto, se non mi piego al ricatto!”
Ecco l’inganno.
Proprio questa menzogna perfida dimostra chiaramente che ogni ricatto è diabolico in senso stretto.
“Se io non faccio questo, mia moglie mi lascia. Io non posso essere la causa della rottura del matrimonio”.
Ma questa è una menzogna diabolica. Se è tua moglie che ti lascia, è lei colpevole! Non tu!
“Se io non faccio questa cosa perdo il lavoro, e divento la causa della fame dei miei figli!”
Nient’affatto!
Chi è colpevole della perdita del lavoro, e delle sue conseguenze, è chi ricatta! Non la vittima!
Ma davvero le esperienze dei regimi totalitari non hanno insegnato nulla?
I soldati che venivano spinti ad uccidere, venivano minacciati di perdere il lavoro, i diritti civili, e a volte la vita stessa. Ma per questo era giustificabile che accettassero di compiere ordini folli? Allora nel terzo Reich ci sono stati una manciata di malvagi e stuoli di vittime innocenti, che hanno fatto tutto quel male senza colpa!
Qui si capisce una cosa fondamentale: che solo la fede ci illumina sulla vera saggezza. Chi non ha fede cade nella paura, e la paura porta a ragionamenti che, messi davvero alla luce della verità, mostrano di essere aberranti.
Tutti i beni, tutti, compresa la vita stessa, sono frutti di un altro bene, che viene prima di tutti, perché è l’unico bene dentro ogni altro bene, essendo la fonte stessa del bene, Dio. Se io non mi rendo conto di questo, non riesco a fare una vera valutazione su cosa valga di più e cosa valga di meno. Tutto l’ordine delle priorità impazzisce.
Gesù nel Vangelo fa numerosissimi paragoni, per aiutarci a riconoscere che è stolto perdere il molto per salvare il poco, ma anche perdere tutto per salvare molto. “Che gioverà a un uomo se guadagna il mondo intero, e poi perde se stesso? O che darà l’uomo in cambio della sua anima?” (Mt 16, 26)
Un grande economista portoghese, che ho avuto l’onore di conoscere, João César das Neves, scriveva (forse scrive ancora, non vivo più in Portogallo…) sul più importante giornale nazionale, e nei suoi articoli dimostrava che il Vangelo è la migliore scuola di economia che esista, anche rispetto all’economia di mercato.
E noi ci illudiamo forse che qualcuno, che ora mi minaccia di togliere il lavoro a chi non si piega al suo ricatto, non lo toglierà comunque, quando crederà giusto farlo? In realtà il ricatto nasconde proprio questo.
Allora occorre capire bene che il ricatto non può essere MAI accettato, nemmeno se dovesse servire a imporre una cosa buona.
È proprio il ricatto che trasforma in male tutto quello che tocca!
Quando io credo di salvare un bene, cedendo a un ricatto, in realtà, sto dichiarando che quel bene che ho salvato, d’ora innanzi, lo ricevo per concessione di chi mi ha ricattato.
Se io posso lavorare a condizione di sottopormi alla decisione di Tizio, dichiaro che è Tizio che mi dà il diritto di lavorare! D’ora in avanti, Tizio potrà sempre decidere se io possa lavorare o meno. Sono io che gli ho dato questa autorità.
O forse non vogliamo riconoscere l’evidenza, che tutta questa dinamica è proprio quella che Dio chiama “il marchio della Bestia”? Gesù stesso, a Giovanni, ha rivelato che sarebbe accaduto questo. “[La bestia] faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio” (Ap 13, 16-17).
La questione non è se il marchio sia la medicina da prendere, o il foglietto da avere, o un chip o altro.
Il marchio è l’accettazione stessa del ricatto!
Tu vendi, compri, vai dal parrucchiere, vai a scuola, lavori, viaggi, ormai in molti luoghi perfino vai in Chiesa, perché qualcuno te lo permette!
Certo, questa consapevolezza non basta, di fronte alla paura, o meglio certezza, che, se io non mi piego al ricatto, perdo questa cosa, che per me è indispensabile per vivere.
Certamente!
Ma sono io che, se accetto, affermo che la mia vita vale quanto vale questo bene, che viene usato come arma di ricatto.
Se io dico che non posso vivere senza lavoro, dico che il valore della mia vita è il mio lavoro.
Se io dico che la mia vita vale la salute, io dico che la mia vita è solo quella del mio corpo.
Per questo: senza fede, tutto il nostro mondo occidentale sarà distrutto, infatti la stessa identità della civiltà occidentale è la sua radice cristiana.
Sono i nemici di Cristo che stanno facendo di tutto per distruggere tutto quello che ha a che fare con Lui, perché Lui non possono distruggerlo. Se noi accettiamo i ricatti, noi diventiamo complici di questa distruzione, seppure con la nostra passività.
La dignità della persona umana ha iniziato a diventare una consapevolezza anche culturale, e poi politica e sociale, quando i martiri hanno detto, con il sangue da loro versato, che c’è una Vita che vale più della vita materiale, ed è la Vita Eterna, l’unione con Dio.
Sono i martiri che hanno introdotto la libertà nella storia umana, testimoniando il messaggio di Gesù Cristo. Lo hanno testimoniato con la vita! Per questo si chiamano martiri, cioè testimoni appunto.
“Conoscerete la Verità, e la Verità vi farà liberi!” aveva detto Gesù.
La verità è che l’uomo vale più di qualsiasi bene terreno. Qualsiasi, compresa la vita!
Gesù, e poi i martiri, hanno fatto conoscere a tutte le genti che l’uomo non è prodotto della terra, della “madre terra” che tanto pace a taluni, ma l’uomo è Figlio di Dio!
Proprio la Parola di Dio ci ricorda come si è persa questa dignità. Esaù, affamato, ha venduto la dignità dell’essere figlio primogenito, per un piatto di lenticchie (Gen 25).
Non importa che nel piatto ci siano solo lenticchie o tutti i beni della terra, o la stessa vita. La questione è che noi siamo Figli di Dio, e questa dignità non si può scambiare con nulla al mondo.
“Allora dovrei rinunciare a lavoro, la moglie, figli, gli amici, tutto… e dopo?”
Anzitutto, ripeto, non sei tu che perdi, ma è qualcuno che ti toglie.
E questi pagheranno davanti a Dio, perché Dio è giusto. Non so quando, ma pagheranno. Alcuni di loro dicono che l’inferno non esiste. Si toglieranno la curiosità quando vi entreranno, se non si pentono prima di morire.
“E i miei figli cosa mangeranno, la mia dignità?”
I tuoi figli sono prima di tutto Figli di Dio, come te!
“Dio ascolta i poveri che gridano a Lui” (Sal 34, 7).
Sulla fede sta in piedi, o crolla, tutta la storia umana.
“E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”» (Mt 19,23-29).
E io credo molto più alle promesse di Gesù che a quelle dei vari governanti, scienziati e pastori mercenari di questo mondo. Essi, per propagare le loro teorie, hanno bisogno di pagare scienziati e pastori da televisione, eliminare chiunque dica il contrario, e imporre la propria verità con la violenza del ricatto.
Gesù per dirci questa promessa si è lasciato crocifiggere. Ma ha anche dimostrato di sapere quel che prometteva, infatti è risuscitato e continua a mostrare la Sua potenza nella vita di quelli che credono in Lui.
La Vergine Santissima, che per fede ha concepito nel Suo Cuore Immacolato il Verbo di Dio, unica Via, Verità e Vita per tutti, aiuti tutti gli uomini a permettere a Dio, con un atto di vera fede, di manifestare la Sua Potenza nella storia.
Amen.
Chi è come Dio?
Francesco d’Erasmo, Vice Parroco del Duomo di Tarquinia,
Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, 13 gennaio 2022, Sant’Ilario di Poitiers.
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