Voi siete la luce del mondo

“Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo”

(Mt 5, 13-16)

Il modo migliore per capire la Parola di Dio è attraverso la Parola di Dio.

Gesù stesso ci insegna, in altre parabole, a comprendere quello che ci dice in questa parabola.

Gesù parla di amministratori che ricevono dei talenti (Mt 25, 14-30), delle mine (Lc 19, 11-27), o una vigna (Mc 12, 1-11), e devono amministrare ciò che hanno ricevuto. Nel caso della vigna il riferimento è evidentemente più specifico, ma in ogni caso il fatto è che il Signore ci richiama alla nostra responsabilità nei confronti di ciò che ci è donato e non ci appartiene.

Altrove il Signore fa riferimento ai figli di un padre, che chiede loro di lavorare nella vigna: uno dice di sì e non va, l’altro dice di no e poi va (Mt 21, 28-32).

Altrove ancora parla di servi che conoscono la volontà del padrone, e alcuni la osservano altri no (Lc 12, 32-48).

In un mondo materialista, è facile cadere nella tentazione di pensare che Gesù si riferisca qui a beni materiali, realtà relative alla vita prima della morte, che possiamo amministrare in modo egoistico, o pauroso, oppure secondo la volontà del padrone di questi beni.

In realtà, sempre in parabole, il Signore ci insegna a valutare la incommensurabile priorità dei beni eterni, rispetto a quelli passeggeri. Ci parla di tesori e perle trovati nella terra (Mt 13, 44-46), e poi, direttamente senza parabole, ci dice che chi salva i beni di questa terra e perde la vita eterna è un poveretto (Lc 17, 26-37)

Poi il Signore ci dice direttamente che il vero e unico bene è Egli stesso: “Io sono la luce del mondo” (Gv 8, 12), “Io sono il pane della vita” (Gv 6, 24), “Io sono la vera vite” (Gv 15), “Io sono il pane vivo disceso dal Cielo” (Gv 6, 35), “Io sono la Via, la Verità e la Vita” (Gv 14, 6), “Io sono la risurrezione e la vita” (Gv 11, 25-26), “Io sono la porta” (Gv 10, 7).

Inoltre Gesù chiarisce queste espressioni esplicitando le loro implicazioni: “senza di Me non potete far nulla” (Gv 15, 5), “se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita” (Gv 6, 53), “chi non entra attraverso di me è ladro e brigante” (Gv 10, 1), “nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me” (Gv 14, 6).

Ma in modo più decisivo riunisce tutto questo parlando della fede in Lui: “chi crede ha la vita eterna” (Gv 3, 36), “e Io lo risusciterò” (Gv 6,54), e nella forma negativa: “chi non crede è già stato condannato” (Gv 3, 18), “chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui”. (Gv 3,36)

Qui ci troviamo a vedere esattamente quello che il Signore ci dice nel Vangelo di domenica scorsa: “In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro»”. (Mc, 3, 28-29)

Chi conosce la verità, e la nega, pecca contro lo Spirito Santo, e non può essere perdonato. Infatti non si pente.

La Santa Chiesa ha riassunto questo fatto nella specificazione di uno dei sei peccati contro lo Spirito Santo: appunto “impugnare la verità conosciuta”.

Vediamo dunque che il Signore, nella Sua Parola trasmessa ininterrottamente dalla Sua Chiesa, ci ricorda come dobbiamo testimoniare la Verità, senza se e senza ma, se non vogliamo essere esclusi dalla vita eterna.

In questo tempo vediamo spesso che i nemici della Chiesa cercano di convincere i cristiani che dire la verità in certe circostanze sarebbe un male, o che la verità può esser detta solo in certi modi, che non facciano soffrire.

Questi errori negano che il Bene e la Verità e la Vita siano sempre lo stesso e unico Signore Gesù Cristo.

Sarebbe come mettere Gesù contro Gesù!

La Verità non è MAI un male.

Il nascondere la Verità non è MAI un bene.

Certo, la Verità non è solo un pezzetto di verità che ne nasconde un altro importante, o che distoglie l’attenzione da una cosa fondamentale, o che viene manipolato per generare reazioni cattive.

La Verità è tutta intera.

Ma la Verità, tutta intera, è sempre l’unico Bene, perché è lo stesso Gesù!

Infatti la stessa Parola di Dio ci esorta: “Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno:  annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero”. (2 Tim 4, 1-5)

I buoni cristiani oggi sono spesso manipolati e indotti a credere che se la Verità causa sofferenza occorrerebbe preoccuparsi di non provocare questo dolore. “Per carità”, si dice: contrapponendo così la Verità, che è Gesù, alla carità.

Come se Gesù non fosse la piena Carità, l’Amore in Se stesso, otre che la Verità!

Ora, Gesù ci mostra che non dobbiamo aver paura di perdere nemmeno la vita stessa, pur di conservare Lui, che è la Verità.

“Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà”. (Mt 10, 34-39)

Il vero inganno che colpisce i fedeli manipolati di oggi è che credono che la sofferenza sia un male, e il bene sia risparmiare la sofferenza. Evidentemente questo si oppone frontalmente alla nostra fede, visto che Gesù fin da subito ci avverte: “chi non prende la sua croce ogni giorno e Mi segue, non è degno di Me”.

La paura di far soffrire il prossimo è il trucco diabolico con cui si combatte la Verità, all’interno della Chiesa Cattolica, da parte dei “falsi profeti”, “lupi vestiti da agnelli” (Mt 7, 15ss) venuti per “rubare, uccidere e distruggere” (Gv 10,10).

In questo tempo dopo il tempo pasquale, siamo immersi in una cascata di feste di santi martiri: i martiri sono chiamati così proprio perché hanno testimoniato la fede fino all’effusione del sangue, alcuni in modo particolarmente impressionante, come sant’Ignazio di Antiochia, o san Carlo Lwanga.

Quest’ultimo, oltretutto, è particolarmente attuale, perché per fede si è sottratto al peccato di unione contro natura, in una situazione culturale in cui tale peccato veniva considerato addirittura un atto di religione e di fedeltà al re.

Questa è la vera inculturazione, quella cattolica, che vive la fede in qualsiasi cultura!

Non quella falsa che insegnano molti teologi e vescovi oggi, che pretendono di piegare la fede al mondo.

Vediamo allora come la Chiesa Cattolica vera, nella Sua vera testimonianza, attraverso la Liturgia Sacra che propone, anche nella versione riformata, ci ripropone con forza inequivocabile il dovere di testimoniare la Verità senza alcun tipo di esitazione o rispetto umano, pena la perdita della Vita eterna.

“Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi”. (Mc 8, 37-38)

“Voi siete il sale della terra”, dice Gesù, a gente semplice, che nella maggioranza non aveva nessun compito ufficiale nella vita di fede di allora. “Voi siete la luce del mondo”, insiste quel Gesù, che era chiamato rabbino, ma i capi del popolo rifiutavano di riconoscere come profeta.

Questa parola ci fa comprendere come non dobbiamo illuderci che chi ha un incarico gerarchico nella Chiesa, ci indichi la verità automaticamente; o addirittura che potremmo rinunciare alla Verità che conosciamo, per adeguarci alla mezza verità o alla menzogna detta da chi viene a noi dicendo di venire in nome di Gesù.

Se chi sa la verità la nasconde, come verrà conosciuta?

È come chi mette la moneta nel fazzoletto sottoterra, o chi non porta in banca il talento, o come chi mette la lampada sotto il letto.

Gesù non ha incaricato gli apostoli, tantomeno Pietro, né i loro successori, di cambiare la Verità, ma di insegnare tutto quanto Egli ha insegnato loro. (Mt 28, 20)

Se un fedele, l’ultimo della terra, vede che alcuno, anche rivestito di una autorità gerarchica nella Chiesa, va contro la Verità, egli ha il DOVERE, non solo il diritto, di difendere la Verità, anche contro quello che afferma quella persona rivestita di autorità. Fosse anche chi si presenta come successore di Pietro!

Sono proprio Gesù e Pietro che glielo chiedono! Potrebbe mai un successore di Pietro, vicario di Cristo, chiedere il contrario? Si smaschererebbe come un impostore!

“Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato»”. (At 4, 19-20)

E Gesù a Nicodemo: “In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza”. (Gv3, 11)

È bello che il brano del Vangelo di Marco, nel riportarci l’avvertimento di Gesù sulla bestemmia contro lo Spirito Santo, ci mostra come questo avvenga nel momento in cui alcuni parenti di Gesù, cercando perfino di usare l’autorevolezza di Maria Santissima, vogliono distogliere Gesù dal parlare, perché ritengono che il suo essere indifferente alle conseguenze sia un segno di perdita della nozione della realtà: “è fuori di sé”. (Mc 3)

Certo, con la sua predicazione non aveva più nemmeno tempo di mangiare, e per di più rischiava la pelle.

Ma Gesù nelle beatitudini risponde: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”. (Mt 5, 11-12)

E poi spiega il perché delle persecuzioni: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. 19Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. 20Ricordatevi della parola che io vi ho detto: «Un servo non è più grande del suo padrone». Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. 21Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. 22Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. 23Chi odia me, odia anche il Padre mio. 24Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. 25Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione”. (Gv 15, 18-25)

Ecco cosa indica la bestemmia contro lo Spirito Santo: la negazione della Verità conosciuta.

In verità, il tempo che stiamo vivendo nella Chiesa non è un fulmine a ciel sereno, ma è stato profetizzato da Gesù fin dalla Sua prima evangelizzazione. Non dobbiamo stupirci, dobbiamo chiedere la luce dello Spirito Santo per comprendere che questo è solo un tempo di prova, perché sia glorificata la nostra fede. Gesù dice a Pietro: “Simone, Simone, Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano! Ma io ho pregato per te, che la tua fede non venga meno. E tu, quando sarai convertito conferma i tuoi fratelli!» (Lc 22, 31-32)

Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci dà la versione ufficiale più aggiornata della interpretazione di questi testi profetici della Parola di Dio, nella interpretazione della Tradizione costante della Chiesa, al paragrafo 675 e seguenti, indicando chiaramente la prova finale della Chiesa come una “apostasia della Verità”, e ricordando esplicitamente che non dobbiamo aspettarci il “compimento del Regno” di Dio “attraverso un trionfo storico della Chiesa, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male”.

A san Giovanni il Signore profetizza con precisione questo tempo: “Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa. E gridarono a gran voce:

«Fino a quando, Sovrano,
tu che sei santo e verace,
non farai giustizia
e non vendicherai il nostro sangue
sopra gli abitanti della terra?».

Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro”. (Ap 6, 9-11)

E il Signore rivela a Giovanni anche il modo esatto in cui questo avrà fine: “Quando l’Agnello aprì il sesto sigillo, vidi che vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come sacco di crine, la luna diventò tutta simile al sangue, le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come quando un fico, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i fichi immaturi. Il cielo si ritirò come un volume che si arrotola e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto. Allora i re della terra e i grandi, i capitani, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; e dicevano ai monti e alle rupi: Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello, perché è venuto il gran giorno della loro ira, e chi vi può resistere?” (Ap 6, 12-17)

Davanti a questo perciò Gesù ci esorta a perseverare nella Verità: “«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto». (Gv 15, 24 – 16, 4)

don Francesco d’Erasmo, sacerdote cattolico

Tarquinia, 11 giugno 2024, San Barnaba apostolo.

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