Natale 2019

Non temete, ecco, vi annuncio una grande gioia!” (Lc 2, 10) Il Natale è per tutti un momento identificato con la gioia. Tutti in questo momento dell’anno si sentono spinti a cercare la gioia. “Una grande gioia, che sarà di tutto il popolo”, continua l’angelo.

Perfino il mondo che non è mai stato cristiano, o quello che non lo è più, identifica questo momento dell’anno con la gioia, nata in origine dalla notizia della nascita del Salvatore.

Ma proprio per questo, chi vive nel dolore sente il Natale come la luce che fa vedere la polvere.

Chi soffre, non soffre mai tanto come a Natale!

Allora l’invito dell’angelo ci scuote. Sembrerebbe legittimo rispondere agli angeli: “la gioia non ce la possiamo dare da soli, solo perché tu ce la comandi?”

Se il Natale fosse solo il desiderio della gioia, ma senza un vero motivo, diventerebbe la delusione più profonda, il dolore più disperato.

Se al Natale si toglie Gesù, allora “la luce che è in te è tenebra, [e] quanto grande sarà la tenebra!” (Mt 6,23)

Il Vangelo del Natale annuncia anche un grande dolore: Gesù “venne tra i suoi, ma i suoi non l’hanno accolto.” (Gv. 1, 11)

Per molti, lo scandalo più grande è che “i suoi” sono proprio i suoi: a volte gli stessi ministri della Sua Santa Chiesa!

E alcuni gridano a Gesù: Perché taci? Perché non intervieni? Perché lo permetti? Vengono in mente le parole dei Salmi e dei Profeti: mostra la Tua potenza, per amore del Tuo Nome! E taluni sono proprio delusi da Lui. Impazienti, non accettano il Suo silenzio. Perché deve avvenire in Suo nome, per mano di Suoi ministri, all’interno della Sua Casa, l’opposto di quello che ci ha comandato?! Perché si deve insegnare in Suo nome l’opposto di quello che Egli ci ha insegnato?

Ci si sente come gli ebrei che vedevano Gesù compiere i segni del Messia, del Cristo, ma non lo vedevano “rovesciare i potenti dai troni” (Lc 1, 52). Perché non liberava il popolo dai Romani? Perché non ristabiliva un re legittimo invece dell’usurpatore? Perché non faceva pulizia tra i sacerdoti e tutti i capi? Non possiamo dimenticare che questa diventerà una delle offese fatte a Gesù sulla croce dal ladrone: “Se tu sei il Cristo, salva te stesso e anche noi!” (Lc 23, 39)

La Vergine Santa, Maria, Sua Madre, per prima ha condiviso questo profondo dolore, fino dai suoi giorni terreni, come le aveva profetizzato Simeone: “anche a te una spada trafiggerà l’anima.” (Lc 2, 35) Chi può immaginare il suo dolore sotto la croce?

Anche in questa terra, a Civitavecchia, ha nuovamente manifestato il Suo immenso dolore, piangendo Lacrime di Sangue attraverso una sua immagine, dal 2 febbraio di quasi 25 anni fa. E purtroppo non è stata né la prima ne l’ultima volta che ha pianto, manifestandolo nelle sue rappresentazioni. Qui e altrove!

Il 26 agosto ’95, in uno dei messaggi pubblicati per volere del vescovo diocesano del tempo, facendo sua messaggera una bambina, ebbe a dire: “Figli cari, piango perché vi sto parlando in ogni parte del mondo, donandovi segni straordinari, ma voi non mi ascoltate!” E aggiunge: “le mie lacrime le vedete come segno di curiosità, ma il vostro cuore rimane duro e non permettete che entri la luce del Signore”. La Madre di Dio vuole solo che noi accogliamo Gesù! Nello stesso messaggio continua: “Aprite il cuore e le braccia con lo stesso modo e amore con cui si abbraccia il proprio figlio, per essere pronti ad abbracciare il Cristo”. (Flavio Ubodi, La Madonna di Civitavecchia / Lacrime e Messaggi. Milano 2012, p.84)

Giovanni si fece portavoce di quelli che aspettano la liberazione del Popolo di Dio dagli usurpatori: “Sei tu quello che deve venire, o dobbiamo aspettarne un altro?”

Ma Gesù risponde: “beato colui che non si scandalizza di me!” (Mt 11,6) Non spetta a noi giudicare l’agire o il tacere di Dio! Anche perché rischiamo di dimenticare che i primi a offendere il Signore con il peccato siamo noi: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. (Gv 8, 7)

Chi giudica, non accetta i tempi di Dio, si scandalizza, inciampa.

Gesù ci anticipò questo pericolo: “Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti.” (Mt 24, 10-12)

E nell’ultima Cena, al momento di istituire l’Eucaristia e offrirsi al Padre vittima per la nostra salvezza, aggiunge: “Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato.” (Gv 16, 1-4)

Per chi lo ascoltava, la sinagoga era quello che è la Chiesa per noi!

Era il luogo dove si andava per cercare il Signore, era la casa di Dio. Gesù parlava di una cosa per loro inconcepibile: esser scacciati dalla casa di Dio, da chi esercitava l’autorità in nome di Dio, proprio per aver accolto quello che da Dio è stato inviato!

Ma è proprio questo che ci annuncia il Vangelo del Natale, quello che ha vissuto Gesù per primo: “Venne tra i suoi, ma i suoi non l’hanno accolto”. Tanto è vero che prima saggiamente si leggeva dopo ogni Santa Messa. “Però, a quanti l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare Figli di Dio”, aggiunge subito dopo! (Gv 1, 12)

Allora ricordiamo quello che Gesù ci ha detto all’inizio della Sua predicazione: “Beati voi, ogni volta che vi insulteranno, vi perseguiteranno, e mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa Mia.” (Mt 5, 11) Nell’accettare questo rifiuto possiamo accogliere il Signore Gesù! Ecco la ragione della vera gioia del Natale!

Se soffriamo a causa Sua, questa sofferenza ci unisce a Lui: “Ricordatevi della parola che io vi ho detto: «Un servo non è più grande del suo padrone». Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.” (Gv 15,18-20) In questa persecuzione noi siamo sicuri di essere Suoi. “Rallegratevi ed esultate! Perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.” (Mt 5, 12)

“Beata colei che ha creduto nell’adempimento della Parola del Signore”, aggiunge Elisabetta rivolgendosi a Maria. (Lc 1, 45)

Vergine Santissima, aiutaci a fidarci sempre del Signore, a credere come Te che la Sua Parola si compie sempre, anche quando non vediamo la luce. Signore Gesù, nato bambino, fa’ che ti accogliamo, che non ci scandalizziamo mai del disegno del Padre, della Sua pazienza, ma rimaniamo fedeli sempre, come la Tua Mamma, anche tra lacrime di sangue! Che siamo grati della Tua venuta anche se noi tante volte non ti accogliamo come sei e come scegli di venire a noi! Perdonaci e salvaci per la materna intercessione della Tua Mamma, la sempre Vergine Maria, che dalla Croce ci hai donato come Mamma nostra! Amen.

Francesco d’Erasmo, sacerdote

Tarquinia, Natale 2019

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