Geremia

“C’è come un fuoco ardente chiuso nelle mie ossa, mi sforzo di contenerlo, ma non posso”.

Non sono Geremia, ma nemmeno io ci riesco. Chi è allergico alla Verità, per la sua salute, lo prego vivamente di smettere subito di leggere.

Come scrivono i tedeschi sulle strade che non riescono a pulire dalla neve: l’accesso è a proprio rischio e pericolo.

Questa mattina sono rimasto profondamente impressionato dalla Parola di Dio proclamata dalla Santa Chiesa nella Liturgia.

Poi, rileggendo alcuni passi di San Giovanni Maria Vianney, patrono dei Parroci, riportate da San Giovanni Paolo II, nella sua lettera ai Sacerdoti in occasione del Giovedì Santo nel 1986, non sono più riuscito a trattenere la penna, anzi, la tastiera.

Tutte le buone opere riunite non equivalgono al sacrificio della Messa, perché esse sono opere di uomini, mentre la Santa Messa è opera di Dio” (S. Curato d’Ars). “E’ lì che è reso presente il sacrificio del Calvario per la redenzione del mondo. Evidentemente il sacerdote deve unire il dono quotidiano di se stesso all’oblazione della Messa” (S. Giovanni Paolo II).

Quale miglior commento al Santo Vangelo di oggi?

I poveri li avete sempre con voi, non sempre avete Me!“, dice Gesù a Giuda, che col pretesto dei poveri portava avanti il proprio ladrocinio.

E i nuovi Giuda hanno cambiato il pelo, ma non il vizio.

E fino a questo stesso giorno sfidano Dio, al punto di mentire nell’omelia della Santa Messa, manipolando la Sua Parola dandole il significato opposto a quello che evidentemente ha, fino a giustificare questo vizio di calpestare i diritti di Dio in nome dei presunti diritti dei poveri.

Difendono però i diritti dei poveri che dicono loro, quelli che servono a mungere i ricchi, non il diritto dei poveri che è di ogni uomo, quello alla Verità!

Infatti dicono che Giuda si è salvato. Eppure Gesù ha detto di chi lo ha tradito: “Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”

Io comunque una salvezza così poco desiderabile la lascio a chi la esalta, vi rinuncio molto serenamente!

Ecco allora la lettura che tanto mi ha impressionato questa mattina:

“Avendo, fratelli, piena fiducia di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero in pienezza di fede, con il cuore purificato dalla cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.

Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso.

Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, non disertando le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che potete vedere come il giorno si avvicina.

Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la piena conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco pronto a divorare i ribelli.

Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni (Dt 17, 6).

Pensate quanto maggiore sarà il castigo di cui sarà ritenuto meritevole chi avrà calpestato il Figlio di Dio e considerato profano quel sangue dell’alleanza dal quale è stato un giorno santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia! Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! (Dt 32, 35). E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo (Dt 32, 36).

È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!

Richiamate alla memoria quei primi giorni nei quali, dopo essere stati illuminati, avete dovuto sopportare una grande e penosa lotta, ora esposti pubblicamente a insulti e tribolazioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo.

Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di esser spogliati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e più duraturi. Non abbandonate dunque la vostra fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa. Ancora un poco, infatti, un poco appena e Colui che deve venire verrà, e non tarderà.

Il mio giusto vivrà mediante la fede; ma se indietreggia, la mia anima non si compiace in lui (Ab 2, 3. 4). ​

Noi però non siamo di quelli che indietreggiano a loro perdizione, bensì uomini di fede per la salvezza della nostra anima”. (Eb 10, 19-39)

E poi il responsorio riassume l’invito di questa lettura:

“R. Non abbandonate la vostra fiducia. Avete solo bisogno di costanza: * fate la volontà di Dio, e otterrete la promessa.

V. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime:

R. fate la volontà di Dio, e otterrete la promessa”.

(RESPONSORIO Cfr. Eb 10, 35. 36; Lc 21, 19)

Non resta che pregare, con la Orazione del giorno:

Guarda, Dio onnipotente, l’umanità sfinita per la sua debolezza mortale, e fa’ che riprenda vita per la passione del tuo unico Figlio.

Egli vive e regna con Te, nell’Unità dello Spirito Santo, Dio, per tutti i secoli dei secoli.

Amen.




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