In questo periodo della mia vita sacerdotale, come già altre volte, sono raggiunto dall’accorata preoccupazione di persone che mi vogliono bene.
Ma ti sei ammattito? Ma vuoi che ti rinchiudano? Ma ti rendi conto contro chi ti stai mettendo? Proprio ora che potevi stare tranquillo! Ma tagliati la lingua!
Anche se ovviamente il paragone stride, da sempre ho preso come esempio della mia vita Gesù di Nazareth. Mi conforta ricordare che perfino a lui accorsero i parenti, perfino la Santissima Mamma, “perché dicevano: è fuori di sé!”
Per lo meno sono in buona compagnia!
Sono grato per l’affetto che queste preoccupazioni manifestano. E dico chiaramente che mi fa molto bene sapere di essere amato, per di più sapendo bene di non meritarlo.
Ma vorrei fare anche io qualche domanda.
Che felicità mi può dare, evitare forse qualche sofferenza e tacere la Verità?Come potrei guardarmi allo specchio quando faccio la barba? Come riuscirei a dormire di notte?
Che cosa può offrirmi questo mondo, che possa valere la pena tanto da tradire Gesù?
Lo stesso che hanno ottenuto Adamo ed Eva per aver abbandonato Dio?
Forse la vita dei potenti di questo mondo ha anche solo l’ombra della bellezza di quello che c’è nel cuore dei santi?
Potete paragonarmi la pienezza che traboccava dagli occhi di Giovanni Paolo II, osteggiato fino dentro casa sua per quello che faceva e diceva, con i pastori che il mondo di oggi benedice ed esalta con ogni mezzo?
Non dimentichiamo che – anche se ora tutti ne parlano bene, almeno in pubblico – nella Chiesa, fino al giorno della sua morte, una parte importante della gerarchia e del mondo teologico gli ha fatto una guerra senza esclusione di colpi.
E non hanno mai smesso: davanti parlano bene e dietro distruggono tutto quello che ha fatto!
Basti pensare alle recenti vicende dell’Istituto che porta il suo nome.
O a cosa hanno fatto del suo insegnamento in materia di morale familiare nei due recenti sinodi sulla famiglia. Perfino alcuni che erano stati suoi collaboratori!
Potrei parlare di altri pastori che hanno testimoniato una grande perseveranza nella lotta per la Verità senza rispetto umano.
Evito di parlare di chi ancora è vivo, perché la grandezza della sua sofferenza è tale, che non voglio nemmeno sfiorarlo. Solo il rispettoso silenzio è degno di lui.
Ma ho avuto la grazia di guardare negli occhi anche Madre Teresa di Calcutta.
Qualcuno crede forse che fosse di moda quello che lei faceva?
Un giorno ho assistito ad una lite animata con una sua collaboratrice, perché lei voleva salvare una sedia rotta e l’altra suora in sostanza gli dava della matta. Siccome era matta davvero, fresca di ricovero si arrampicò su una catasta di cassette di legno rotte, recuperò la sedia, che divenne la sede del celebrante della cappella del Convento di San Gregorio al Celio.
Credete che qualcuno di quelli che ora sono infastiditi dalla mia libertà di parola abbia uno sguardo anche solo lontanamente paragonabile con quello di questi due?
Forse la forza che mosse Sant’Ignazio a cambiare vita leggendo la vita dei santi è meno forte della violenza di chi usa il potere di questo mondo?
Credete forse che qualcuno possa togliere dal mio cuore la serenità di non aver tradito la Verità?
Se la tradissi, come potrei alzarmi la mattina e incrociare lo sguardo delle persone che incontro? Come potrei dormire la notte?
Sapete, chi non gradisce il mio parlare crede di avere ricevuto l’autorità dagli uomini. Come diceva Gesù: ricevono gloria gli uni dagli altri.
Io per Grazia di dio, non dimentico di avere ricevuto il Battesimo e il Sacerdozio per volontà di Dio, non per volontà umana.
Si chiama vocazione. Chiamata.
Chi è che mi ha chiamato?
Il Vescovo che mi ha ordinato? Il mio Vescovo? Il Papa? Ma nemmeno per sogno!
È Dio che chiama ciascuno di noi alla propria vocazione, attraverso gli uomini che mette sulla nostra strada.
I figli attraverso i genitori, gli sposi l’uno attraverso l’altro, i sacerdoti attraverso i Vescovi…
Ma è Dio che chiama!
E solo a Lui dobbiamo rendere conto.
Una volta si diceva: “servire Deo regnare est“.
Servire Dio significa regnare.
Preferisco regnare con Dio che essere il leccapiedi del prepotentuccio di turno.
Ecco però che qualcuno mi vuole convincere ancora.
Ma sono i potenti di turno che hanno il coltello dalla parte del manico!
Allora qui mi domando: ma chi è davvero folle?
Per quanto tempo possono i potenti di questo mondo avere il coltello dalla parte del manico?
Chi è più forte, i signori di questo mondo, o il Creatore dell’Universo?
E’ più folle temere Dio, o temere i potenti del mondo?
Potessero anche farmi del male durante tutta la mia vita terrena, che cos’è questo davanti all’eternità che Dio mi darà?
Il problema forse è un altro: già molte volte il demonio mi ha provato a piegare con la forza, ma con forza molto maggiore il Signore mi ha soccorso. Ecco perché nulla mi convince a piegarmi e a scendere a compromessi.
È vero, non so cosa mi aspetta.
Ma so Chi mi assisterà.
Volete sapere davvero perché sono così folle?
Provate anche voi a fidarvi di Gesù.
Francesco d’Erasmo, 28 marzo 2020.
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