Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis:
CAPITOLO VI
CIÒ CHE SI DEVE OSSERVARE O EVITARE
NELL’ELEZIONE DEL SOMMO PONTEFICE
78. Se nell’elezione del Romano Pontefice fosse perpetrato – che Dio ce ne scampi – il crimine della simonia, delibero e dichiaro che tutti coloro che se ne rendessero colpevoli incorreranno nella scomunica latae sententiae e che è tuttavia tolta la nullità o la non validità della medesima provvista simoniaca, affinché per tale motivo – come già stabilito dai miei Predecessori – non venga impugnata la validità dell’elezione del Romano Pontefice.(23)
Nota 23 Cfr S. Pio X, Cost. ap. Vacante Sede Apostolica (25 dicembre 1904), 79: Pii X Pontificis Maximi Acta, III (1908), 282; Pio XII, Cost. ap. Vacantis Apostolicae Sedis (8 dicembre 1945), 92: AAS 38 (1946), 94; Paolo VI, Cost. ap. Romano Pontifici eligendo (1 ottobre 1975), 79: AAS 67 (1975), 641.
Il testo della norma vigente -che è stata confermata dai papi di un intero secolo come cambiamento della prededente norma del Papa Giulio II, confermata dal Concilio Lateranense V, capo V, che era stata in vigore per quattro secoli- chiarisce che, anche se la simonia è eresia, e comporta per questo la scomunica latae sententiae, il papa simoniaco eletto, perciò stesso eretico e perciò scomunicato, è papa.
Questo pone fine alle dispute teologiche.
Significa che un uomo che non è membro della Santa Chiesa può essere il papa?
Sì !
È quindi costui un legittimo successore di Pietro?
La norma non risponde a questa domanda.
Possiamo quindi ovviamente ritenere che un uomo che è eretico non sia legittimo successore di Pietro, ossia vero successore di Pietro.
Ma rimane validamente papa regnante.
Che cosa comporta questo?
Che la giurisdizione della Chiesa rimane in piedi, ma non siamo tenuti ad aderire al suo insegnamento come Magistero Autentico.
In altre parole: la norma dice esplicitamente che è per evitare la possibilità di impugnare l’elezione del romano pontefice, che si dà questa norma. Quindi per una stabilità giuridica.
Ma la norma non dice che dalla validità dell’elezione derivi la cancellazione dell’eresia, e nemmeno della scomunica!
Ovviamente, noi non dobbiamo l’obbedienza della fede, l’ossequio della ragione, né alcuna forma di rispetto, ai pronunciamenti di un eretico, essendo scomunicato, a meno che essi siano conformi a quelli di sempre della Santa Chiesa. Nemmeno se costui è papa validamente regnante.
Del resto nella Chiesa c’è sempre stata una chiara distinzione tra ciò che è valido e ciò che è lecito.
La legge non dice che tale papa sia legittimo. Dice che è una provvista valida, ossia giuridicamente efficace. Produce giurisdizione.
Ma non dice che lo sia legittimamente.
Ma essendo che per la nostra salvezza dobbiamo restare nell’interno del recinto della Santa Chiesa, abbiamo il beneficio di godere di una certezza giuridica.
Ovviamente, se il suddetto papa eretico, non successore di Pietro ma papa regnante, quindi esercente le funzioni giuridiche di papa, dovesse usare delle sue funzioni di governo per combattere la fede, non solo siamo autorizzati, ma abbiamo il dovere di non sottometterci, anzi di resistere e opporci ai suoi comandi illegittimi.
Questo infatti sarebbe vero anche nei confronti di un vero successore di Pietro che commettesse abuso del proprio potere.
Ogni autorità infatti è da Dio, come dice san Pietro. ( Rm 13, 1)
Perciò, ci dice sempre san Pietro, in caso di contrasto tra la volontà di Dio e quella di chi lo rappresenta in una determinata autorità, occorre obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. E san Pietro lo disse parlando al Sommo Pontefice! (At 4, 19)
O forse un papa valido, ma illegittimo, penserà di farci credere di essere un vero successore di Pietro, negando l’insegnamento di Pietro?
In un caso del genere, i veri cattolici sono chiamati alla testimonianza della fede senza la garanzia di una protezione giuridica da parte del successore di Pietro, perché chi ne occupa il trono spesso usa del proprio potere illegittimamente.
“Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato”. (Gv 16, 1-4)
“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.” (Mt 5, 11-19)
Francesco d’Erasmo, sacerdote cattolico,
Vicario parrocchiale del Duomo di Tarquinia,
Tarquinia, 5 ottobre 2023, Santa Faustina Kovalska
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